martedì 3 settembre 2013

Muse e altre attrazioni


La mia prigionia convalescenza è finita venerdi sera.
Questo vuol dire che da ieri sono tornata al lavoro.

Ma significa anche che finalmente, dopo un mese interamente passato in casa, ho potuto godermi un week end con la mia famiglia, in giro.

Sabato mattina io e le Gnome abbiamo fatto una passeggiata per il paese, nel pomeriggio mi sono dedicata al restyling (sono andata a sistemare quella roba di tre colori e ingarbugliata che stava informe sulla mia testa), e la sera abbiamo partecipato ad una festa che si è svolta in piazza.

La domenica è stata decisamente meno soft.

Da prima che lo inaugurassero, il Muse era nei nostri progetti.
Quindi partenza ore otto, destinazione Trento.
Senza colazione per evitare spargimenti di varie sostanze lungo il tragitto.

Arrivo ore dieci e mezza circa.

Mangiare una brioches tiepida seduti davanti ad una costruzione così intrigante, come del resto è tutto il complesso Le Albere, pregustando con curiosità l'entrata al museo, mi ha lasciato una  frizzante sensazione di entusiasmo come quando ero bambina.

Poca fila, siamo dentro.
Una gentile signorina con una sgargiante maglia rossa su cui risalta la scritta Muse ci consiglia di partire dalla terrazza panoramica, indirizzandoci agli ascensori dalle pareti di vetro, che ci permettono di fare una velocissima carrellata di gran parte dei piani.

Le Gnome vengono coinvolte in laboratori, stimolate da video su schermi touch screen, attirate dal personale che spiega loro un sacco di cose.

Fino alla fatidica frase "Ho fame".

Una delle cose che si può apprezzare è che il biglietto vale tutto il giorno, per cui si può optare per uscire dal complesso per andare a mangiare, per poi rientrare e riprendere il percorso da dove lo si era interrotto.
Solo che una volta fuori, si realizza che esiste un unico bar in tutto il quartiere ancora deserto.

Dato che a noi non piace vincere facile, decidiamo di prendere l'auto e spostarci di qualche chilometro: Folgaria! Ce lo meritiamo: da un mese non muoviamo un passo...

Grazie ai braccialetti antinausea e alla guida particolarmente attenta di Papozzo, torniamo al Muse senza problemi.
Rientriamo giusto in tempo per il laboratorio sulle bolle, molto apprezzato dalle tre fanciulle, che sono riuscite pian piano a spingersi quasi in prima fila.
Proseguiamo verso il piano più gradito, dove si trovano strani giochi che incuriosiscono i più piccoli, ma che anche i genitori non possono esimersi dal provare, con la scusa di fare vedere come si fa.

Ormai esausti, visitiamo la meravigliosa ma veramente troppo calda serra tropicale, per poi uscire definitivamente dalla costruzione, anche perchè una voce ripete insistentemente in tre diverse lingue che il museo sta per chiudere.

Una volta in marcia, a non più di un chilometro dalla partenza, tre quinti dei passeggeri dell'Astrobubu dormono. Dopo circa un paio di ore, vicini a casa, io e Papozzo decidiamo di completare la giornata con una capatina alla Festa della Birra che si svolge nel paese vicino al nostro, dove si può mangiare qualcosa in caso di fame, e ascoltare tale Timoty Cavicchini.
Chiiii????
Timoty Cavicchini, quello che ha vinto quel reality!
Io non lo conosco affatto, e questo può voler dire solo due cose: 1) sto diventando vecchia; 2) non guardo abbastanza tv.
La seconda è sicuramente vera.









2 commenti:

  1. Bhe, il ritorno alla libertà è stato strabiliante!! Ho sentito tante belle cose su quel benedetto Muse...

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    1. Vale la pena visitarlo. Specialmente per i bambini in età scolare.
      E piace anche ai genitori! ;)

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