sabato 19 gennaio 2013

L'avvocato del diavolo


Una questione molto complicata, quella sollevata da La Ninin nel suo post sul potere, celato o meno, delle donne, che ha fatto partire nella mia testa una serie di riflessioni che non so fino a che punto siano inerenti.
Certo le cose sono cambiate rispetto a quando le donne stavano a casa a curare la famiglia, ad accogliere gli uomini che rientravano dal lavoro. Ora anche noi usciamo di casa al mattino e rientriamo la sera, per cui viene spontaneo chiedere ai propri compagni tutta la loro collaborazione sulla gestione della casa e della famiglia.
E vi assicuro che anche personaggi, come mio marito, cresciuti con mamma e tre sorelle che trattavano lui e il padre come dei sovrani indiscussi, abituati ad avere tutto pronto e comodo in casa, si sono adeguati a pulire pavimenti, passare l'aspirapolvere, ecc..., e curare le figlie (nel nostro specifico caso), dalla (s)vestizione, alla doccia, alla nanna, ai compiti, ecc...
Ma, come dicevo, l'argomento è estremamente vasto: ad esempio, ci si può chiedere se il potere femminile sia celato. Perchè, in effetti siamo brave ad organizzare la nostra vita e quella di chi abita con noi; riusciamo a gestire l'aspetto pratico, economico e affettivo della famiglia.
Ora, però, vesto i panni dell'avvocato del diavolo: siamo sicure che questa complicata successione di incastri che ci permette di intersecarci con i nostri compagni sia assolutamente paritaria?
Formulo meglio la domanda, che non mi sembra chiarissima: siamo certe di non essere principalmente noi donne a organizzare e decidere, per poi proporre le nostre conclusioni, facendo in modo che i signori uomini scelgano per noi quello che in realtà abbiamo servito loro su un piatto d'argento?
E non solo in casa...

Ora tartassatemi pure; voglio vedere cosa ne esce...


6 commenti:

  1. Grazie del tuo post, del tuo contributo alla riflessione che ho iniziato. :)
    Abbiamo una capacità indiscussa nel manipolare, il più delle volte a fin di bene s'intende, ma siamo capaci di imporre la nostra visione agli uomini, che per la verità non sono molto attenti ai dettagli.
    Forse loro amano credere di decidere, più che decidere davvero.
    Quelli che si accorgono della situazione e sono intelligenti, usano a loro volta la nostra capacità pratica, consapevolmente, e qui si realizza la parità, nel rispetto delle capacità di ognuno.
    Chi invece non accetta l'idea di essere comandato da una donna, va in crisi e con lui, la coppia stessa, i ruoli femminile e maschile.
    Quando uno dei due che prevarica l'altro c'è sempre una disparità e, mai come di questi tempi, le vittime possono essere anche maschili.
    A me non piace questa cosa, abbiamo passato anni a liberare la donna, giustamente, e ora tendiamo a "imprigionare" l'uomo, non lo trovo corretto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ragazza, noi viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda! Hai scritto quello che volevo uscisse...

      Elimina
  2. Qui ti devo dire la verità questa tecnica non funziona...mio marito collabora, ed anche molto, ma non siamo li a dividerci i compiti, ne io sto a proporre cosa deve o non deve fare. E' la routine quotidiana che ci porta ad organizzarci. Oggi c'è bisogno di far questo, domani di quel l'altro e così via...senza dircelo. Lo facciamo e basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà pensavo a decisioni riguardo scelte importanti, più che sulla routine...

      Elimina
  3. Mi sa che hai ragione, alla fine, gira e rigira ce li rigiriamo come ci pare e se non eseguono ci arrabbiamo pure!
    O_o

    RispondiElimina