Di corsa, esco dal lavoro, dove stamattina è stato un putiferio globale, e vado a fare la spesa: si, perchè comunque si stia, fisicamente e psicologicamente, si deve mangiare. Come una trottola mi aggiro per le corsie arraffando e prendendo, ma contemporaneamente pianificando il da farsi a casa.
Infatti, arrivata a casa mi aspetta, ovviamente, la sistemazione della spesa, una lavatrice irrimandabile, visto che le gnome hanno preso il virus, tutte e tre contemporaneamente, anche se in modo diversificato, e la pranzenda, che è un incrocio tra il pranzo e la merenda, dal momento che lo faccio alle 15.30.
Poi, girando all'impazzata, mi destreggio tra giochi, stirella e pc (10 minuti di relax me li merito?), finchè non si fa vivo Papozzo con richieste di aiuto burocratiche per il suo lavoro, per fortuna eseguibili tramite la rete.
Ecco, pensavo, tutto questo correre, non avere tempo per pensare ai millanta problemi seri che la vita ci pone, forse è stato creato apposta per me, per non permettere che io mi abbatta, mi fermi a guardare il buio che, gnome e Papozzo a parte, c'è intorno a me.
Per vedere, comunque, il bicchiere mezzo pieno.
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