lunedì 9 luglio 2012

Mi chiedo

Le gnome mi fanno sclerare.
A volte penso che se potessi tornare indietro con una macchina del tempo, forse non lo rifarei, o forse si.
La mia vita è super impegnativa e impegnata, super stancante e faticosa.
Spesso non ho il tempo logistico minimo sindacale per me stessa, nemmeno per una doccia in santa pace.

Ma.

Si, c'è un ma.

La riflessione arriva trascinata come un fiume in piena dalla notizia del bimbo lasciato nella culla della vita a Milano: quali pensieri affollati e contrastanti, disarmanti o forzati, confusi e infelici, può aver avuto la madre, nei momenti precedenti la sua scelta?
A suo tempo, quando scoprii di aspettare la micrognoma, impiegai un bel po' ad accettare la cosa; chi mi conosce sa quanto ho pianto, quanto ho faticato a diventare consapevole della terza pancia e di tutto quello che avrebbe comportato.
Ma (eccolo) io avevo dalla mia parte Papozzo e tutta la mia famiglia.
Quindi sono andata avanti, pur sapendo che non sarebbe stato facile.

Non voglio assolutamente giudicare, solo mi viene spontaneo farmi delle domande.
Mi chiedo in che situazione si trovi una madre che rinuncia al proprio figlio.
Mi chiedo se sia stata una scelta libera e consapevole.
Mi chiedo se sia giusto.
Mi chiedo se non ci siano state altre possibilità.

16 commenti:

  1. Le tue domande sono anche le mie. E aggiungo: mi chiedo che posto sia quello in cui una mamma non ha altre possibilità. Mi chiedo perchè si parla di diritti alla vita fino alla dodicesima settimana e poi il nulla cosmico. Mi chiedo (la notizia è di qualche tempo fa) che Stato è quello che toglie i figli alle proprie mamme perchè guadagnano meno di 500 euro al mese.
    Sere

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    1. Sere, più ci rifletto, più le domande aumentano.
      In effetti speravo proprio di innescare una reazione a catena...vedo che già una prima risposta c'è!
      Vediamo cosa ne esce...

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  2. di fronte a certi episodi è difficile parlare. credo, o almeno me lo auguro, che decisioni così forti siano sempre fatte con la segreta speranza di dare un futuro migliore al proprio bimbo, un futuro che forse qualla mamma non sentiva tra le mani. le conseguenze del suo gesto per lei non oso neppure immaginarle.

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    1. anche io mi auguro che il futuro del proprio figlio resti sempre in primo piano, anche in casi così drastici.

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  3. Penso che chi, come noi, ha comunque una famiglia e un lavoro, non può nemmeno immaginare cosa si provi ad essere senza rete, senza sostegno. O, peggio, forse persino osteggiati o minacciati..
    Insomma, in certi cai è davvero difficile esprimere un'opinione.

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    1. Per questo motivo, penso, mi sono sorte tutte quelle domande...

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  4. Quant'è difficile esprimere un pensiero!
    Mi chiedo quale sia il limite oltre il quale non ci sia più ritorno: separarmi da uno dei miei figli mi farebbe impazzire. Ma se dietro quel distacco ci fosse un amore infinito per quella creatura?
    Certo, quello che sconvolge è che avvenga senza che nessuno se ne accorga: una pancia, un parto, un bambino che c'era e non c'è più...
    Non lo so Monica, veramente non lo so!

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    1. Stanno uscendo un sacco di riflessioni.
      Senza risposte, ma un sacco...

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  5. secondo me giudicare è impossibile...proprio perchè bisognerebbe camminare nelle scarpe di un altro per un bel pò di tempo e farsi dei bei calli.Di sicuro chi lascia il proprio neonato in buone condizioni, dove possa essere trovato non può non volergli bene, e comunque questo è il modo per rendere felice una mamma ed un papà pronti e desiderosi di esserlo.
    Si è figli di chi ti cresce con amore, non di chi ti genera.

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    1. Infatti lungi da me dal giudicare; solo che mi sono sorte un sacco di domande e mi chiedevo se la cosa succedesse solo a me. Vedo, invece, con piacere, che le riflessioni sono molte.

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  6. Quella mamma avrà avuto come consigliera la disperazione.
    Ha comunque deciso di non togliere la vita a suo figlio, ma di tutelare la sua salute.
    Purtroppo però, quel bambino vivrà per tutta la vita il dolore che la ferita dell'abbandono lascia sempre,anche ai neonati, e questa è una vera tragedia per lui.
    E' assolutamente necessario permettere alle madri di poter accudire i propri figli, in una società come la nostra è inaccettabile che i figli di chi è in difficoltà debbano soffrire tale sofferenza.

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  7. Condivido in toto le riflessioni precedenti, compresi i dubbi e le domande senza risposta. Rimane comunque un fatto importante: questa mamma ha scelto la vita e in quella che noi pensiamo immaginiamo la sua disperazione ha fatto un gesto d'amore e non di morte.

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    1. Si, ma secondo me non è sufficiente, nel senso che si potrebbe fare di meglio, si potrebbe arrivare, forse, a fare in modo che se una rete di supporto non c'è di base, la si possa creare.

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  8. Già Monica, chissà cosa scatta nella testa di chi fa un gesto simile. Non riesco a non pensare, però, che prima o poi nel corso della vita verrà il momento che si pentirà amaramente anche se, mi sembra che vogliamo tutte crederlo, c'erano buone intenzioni dietro questo gesto. E un rimorso così è peso enorme da sopportare tutta una vita.

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    1. Un peso schiacciante che stritola il cuore. Se solo penso a come si sta male quando li lasci le prime volte al nido per andare al lavoro, pur sapendo che dopo poche ore li ritrovi...

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